1993

di mons. Jozef Medový

Lettere pubblicate nel giornalino parrocchiale a diffusione interna nel 1993.

Da “L’Eco” Anno III- n.1 – Gennaio 1993

“Se un astronauta avesse potuto, da un satellite in orbita intorno al globo terrestre, osservare la Terra l’ultimo giorno dell’anno 1992 e il primo del 1993, avrebbe visto un’esplosione di fuochi artificiali spostarsi da un meridiano all’altro, partendo dall’Estremo Oriente e concludendo la corsa in Oceania.
Perché questo segno di giubilo, allegria, accompagnato da musiche, balli, grandi banchetti e abbondanti libagioni e tanti tanti auguri?
Ma auguri…di cosa?
Di felicità nell’anno nuovo!!!
Che poi è nuovo per modo di dire, perché, come tutti gli anni dall’inizio della corsa della terra intorno al Sole, durerà 365 giorni, o se vogliamo 52 settimane…insomma 12 mesi, tutto per dire che non c’è una vera e propria novità.
Ma allora per che cosa possiamo gioire?
Per la fortuna che siamo ancora vivi, mentre tante persone sono scomparse.
Per le mete raggiunte, belle e utili, mentre tanti sono colpiti dalla sventura.
Per le aspettative che riponiamo nel futuro, per la fede, la speranza, la carità che Dio ha infuso nel nostro animo.
Per la salute che ci permette una vita serena la quale ci consente di voler bene agli altri, di far del bene per la gioia degli altri.
Vi saluta il vostro Parroco.”


Da “L’Eco” Anno III – n.2 – Giugno 1993

“Il mese di maggio, nell’emisfero boreale, dall’equatore fino al circolo polare, è un mese di risveglio, di primavera, di fiori, tanto decantato dai poeti e musicisti.
La natura si risveglia dal letargo invernale, i boschi ed i prati si rivestono di manto verde, l’aria è mite ed impregnata dal profumo dei fiori. Non c’è da meravigliarsi che in questo periodo anche il calendario liturgico ufficiale è pieno di ricorrenze eccezionali e la devozione popolare ha dedicato questo mese a Maria Santissima madre di Gesù.
In questa cornice i fedeli della nostra comunità parrocchiale hanno partecipato quest’anno a tre celebrazioni, una più bella e significativa dell’altra.
La domenica del 9 maggio 25 fanciulli hanno ricevuto per la prima volta il sacramento dell’Eucarestia. Accompagnati dai genitori, in vesti bianche, con animo purificato dal sacramento della Riconciliazione, sono andati incontro a Gesù, riempiendo la chiesa con lo splendore della loro innocenza.
La domenica del 16 maggio è stata caratterizzata da un avvenimento del tutto eccezionale: il nostro vescovo diocesano, Mons. Diego Bona, ha conferito l’ordinazione diaconale a un giovane salesiano di origine veneta, Marco Rossetti, noto tanto ai giovani che agli adulti come catechista e collaboratore dei due sacerdoti salesiani Don Giuseppe Roggia e Don Francesco Motto, che da diverso tempo aiutano il parroco. La chiesa era gremita dai fedeli dei quali quasi nessuno aveva mai visto una simile celebrazione.
L’animazione, la devozione, l’entusiasmo hanno raggiunto il massimo grado quando il candidato al diaconato si è prostrato per terra davanti all’altare e la comunità dei presenti ha cantato le litanie dei santi, invocando la loro intercessione per il giovane che stava per ricevere il primo grado del sacramento dell’Ordine.
La domenica del 23 maggio infine era la festa dei 29 ragazzi della nostra comunità che dalle mani dello stesso vescovo diocesano hanno avuto il sacramento della Cresima, ricevendo così i doni dello Spirito Santo e promettendo di impegnarsi anche da grandi a vivere da buoni cristiani.
Ora andiamo incontro all’estate; auguri di allegria e di buon divertimento, ma non ci dimentichiamo di Gesù, che anche d’estate rimane il nostro più grande amico e nostro ideale.
Con cordiali saluti.”


Da “L’Eco” Anno III – n.3 – Novembre 1993

“Con l’inizio dell’anno scolastico, che impegna numerose famiglie della nostra comunità, si è aperto anche l’anno sociale e pastorale della nostra parrocchia.
La S. Messa domenicale delle ore 10, è ritornata di nuovo ad essere la più frequentata ed animata. Anche in oratorio sono riprese le molteplici attività sia di carattere religioso, come il catechismo, sia di carattere ricreativo e culturale.
Per venire incontro alle richieste rivolte da più parti al nostro vescovo diocesano di affiancare all’attuale parroco un altro sacerdote a tempo pieno, oltre a Don Francesco Motto, il vescovo ha destinato per la nostra parrocchia un giovane diacono, di nome Francesco Labricciosa. Per adesso anche lui viene da noi soltanto il sabato e la domenica, ma dopo la sua ordinazione che avverrà dopo la prossima Pasqua, rimarrà qui stabilmente con l’incarico di viceparroco. Sarà destinato specialmente per l’apostolato tra i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani.
Un’altra novità è di questi giorni: il comune di Tarcento (in provincia di Udine), che ci ha dato a condizioni di gran favore la struttura prefabbricata per l’oratorio, ci ha concesso altri due prefabbricati di stessa grandezza, che potremo sistemare sul terreno della nostra parrocchia, già recintato, che si trova nella zona di Ippocampo, tra le vie Alfani e Luni.
Vi troverà posto una cappella sussidiaria e alcune ulteriori iniziative di ricreazione e cultura, che non trovano spazio vicino alla chesa parrocchiale.
Il nostro paese cresce e si sviluppa rapidamente. Quando sono venuto qui nell’autunno del 1977, c’erano circa 200 abitanti stabili. Oggi, dopo 16 anni, gli abitanti stabili si avvicinano a 5.000. Allora bisogna ingrandire anche le strutture parrocchiali per poter servire meglio i fedeli e attirare a Cristo anche i trascurati o i lontani.
Colgo l’occasione infine per ringraziare tanti appartenenti alla nostra comunità, che mi hanno manifestato un grande affetto e gioia per il mio ritorno dall’ospedale dopo un breve ricovero a metà settembre.
I vecchietti di Castel Giuliano mi dicevano che la salute è una gran bella cosa.
Sapevo di essere ben visto da molti di voi, ma non immaginavo tanto interessamento e tanta premura, che adesso mi obbligano a prodigarmi sempre più per il bene di voi tutti.
Dio vi benedica. Il Parroco”


Da “L’Eco” Anno III – n.4 – Dicembre 1993

“Dio è l’eterno, vive sempre ed è fonte di vita per tutto il mondo vegetale, animale, umano ed angelico.
Gli studiosi da secoli discutono quali sono le caratteristiche degli essere viventi, in che cosa si distinguono dalla natura morta. Un diamante, anche se grande e splendido, non sa cantare come un usignolo; la luna piena che illumina i prati con la sua luce pallida non sente la felicità di due fidanzati i quali in una notte di mezza estate camminano lungo il torrente tenendosi per mano e parlano del loro avvenire. Si, la vita è un grande dono di Dio, che rende felici le creature.
Sfortunatamente la storia dell’umanità è piena di attentati alla vita. Alle volte sembra che molti non la sanno apprezzare, e per qualunque motivo la distruggono, tanto quella propria che quella degli altri.
Dio invece ci insegna di tenerne conto e di saper renderla sempre più bella, non con violenza, non con falsi ideali, non con egoismo, ma con onestà, bontà e sincero amore reciproco.
Sostando davanti il presepe che ci ricorda la nascita di Gesù, ringraziamolo per il dono della vita, Lui che si fece uomo per farci felici non soltanto per oggi, ma per l’eternità.
Il vostro Parroco.”

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